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Incontro LUCE | Giotto Calendoli

incontro LUCE - Giotto Calendoli

Napoli, Posillipo (dal greco Pausilypon: “quel luogo dove cessa il dolore”). Proprio qui, nel quartiere tanto caro a Giotto Calendoli e ai Napoletani, abbiamo immaginato di aggiungere un altro tassello del nostro puzzle della “bellezza”.

Lo studioso Giovanni Negri ci ha spiegato come anche una cabina dell’Enel possa essere custode della bellezza: un concetto non solo fisico, ideale, mentale, ma anche materiale. La bellezza di una cabina elettrica è nella sua energia (da energheia, “forza in azione”), quella che permette a un malato di vivere, che consente di allungare il giorno, di meravigliare un bambino, di facilitare il lavoro, di illuminare, di riscaldare, di viaggiare ad alta velocità, o – last but not least – di comunicare con il mondo e con l’universo più remoto.

L’intervento artistico eseguito su questa cabina è inoltre la testimonianza dell’impegno di un gruppo di giovani sommesi che ha deciso di attivarsi anche fuori dalla propria piccola città, decidendo di contattare un artista internazionale come Giotto Calendoli per riqualificare un angolo di Napoli, luogo che con il suo spettacolare paesaggio naturalistico, è una continua fonte di luce ed energia.

Incontro LUCE

L’opera Incontro LUCE si fa voce di numerosi significati e interpretazioni personali. Per noi in particolare, questo murale rappresenta il ritornare bambini: osservare la luce e le cose con lo sguardo infantile di chi vuole scoprire il mondo, di chi pensa che tutto sia possibile e non ha paura di sognare.

La Luce è l’energia che rappresenta i nostri sogni. Ciò che invece si frappone tra noi e la sorgente luminosa, ciò che desideriamo, sono gli ostacoli, le nuvole, l’oscurità, che appunto è contro-luce.
Ma se ci focalizzassimo, come un bambino con un cannocchiale, solo su ciò che ci rende felici, niente potrebbe fermarci: le avversità si tramutano in possibilità e il contro diventa “incontro-luce”.

La nostra speranza è che questa luce, il faro della nostra vita, non diventi mai “intermittenza”, la quale fa più paura del buio. Ci piace «costruire sogni e non soliTe realtà»: perché tra il dire e il fare, tra il sogno e la realtà, ci sarà sempre solo la nostra volontà.