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Acqua | Vittorio Valiante

Una donna che nuota fra cielo e terra. Una figura semi-divina che fluttua su una superficie orizzontale di circa 20 metri.
ACQUA è il contributo di Tramandars per la riqualificazione di Bagnoli e dell’ex Base NATO, situata sulla collina di San Laise nella periferia occidentale di Napoli.

L’opera dipinta da Vittorio Valiante nasce dall’esigenza di raccontare il fascino di un territorio antico, indagando sulla sorte di una struttura architettonica moderna in cerca di una nuova identità.

Il complesso di edilizia militare, edificato nel 1938 e requisito nel 1954 dal comando delle forze alleate nel sud Europa, è stato dismesso nel 2013: la struttura che resta in quel luogo ha dunque perso il suo scopo. Restano gli scheletri di fabbricati come palestre, campi sportivi, bar e negozi; una scuola, una banca e ancora un eliporto, un bunker antiatomico. L’intervento di riadattamento procede a singhiozzo. Alcuni spazi sono stati riconvertiti, ma molto ancora resta da fare per rendere l’intera area fruibile dalla collettività.

Il soggetto ritratto si ispira a una delle Nereidi, ninfe dei mari (da nymphe: “giovane fanciulla”), figlie di Nereo e della Oceanina Doride, considerate semi-divinità e protettrici dei mari. Esse vivevano in grotte dorate nelle profondità degli abissi e talvolta salivano in superfice per aiutare viaggiatori e marinai a ritrovare la rotta perduta. In particolare, la figura femminile protagonista del murale rappresenta Teti, la più famosa tra le Nereidi: fanciulla di eccezionale bellezza e dotata del dono della metamorfosi, condannata a un matrimonio forzato con il mortale Peleo, dal quale ebbe il figlio Achille.

Quest’opera vuole rappresentare la forza vitale dell’acqua, che nel suo fluire esprime il totale dinamismo, il cambiamento; come la ninfa che cerca con coraggio e forza di sfuggire ad un destino già scritto. L’acqua fluida e sempre cangiante non è mai uguale a sé stessa, letta anche come simbolo dello scorrere del tempo e delle cose.

Vittorio Valiante

Valiante intercetta la vera forza militante di Bagnoli, ossia l’acqua stessa, congiungendo mitologia greca e storia contemporanea, Leggenda e Natura, e realizzando un omaggio alla memoria più antica del quartiere (in origine chiamato Balneolum data la presenza di sorgenti termali). Un omaggio ai flutti che hanno lavato, arricchito e curato quel suolo.

Culla di miti, simbolo della civiltà greca e di tutte le “terre di mezzo” tra Cuma e Neapolis, Bagnoli era considerata una meta vacanziera fino al periodo pre-industriale. Proprio in questo angolo del litorale flegreo, l’architetto napoletano di origine britannica Lamont Young aveva ipotizzato un’oasi turistica immersa nella natura, all’interno di un progetto urbanistico di fine ‘800 che prevedeva anche un prototipo di metropolitana e la fondazione del leggendario “Rione Venezia”. Il progetto non andò in porto e la zona finì con l’ospitare uno dei più grandi stabilimenti siderurgici del mondo, l’Italsider.

Se la modernità spesso distrugge storia ed ecosistemi, l’acqua scorre e rigenera, ed è sempre capace di creare un varco anche nel territorio più refrattario e ostile. Essa rappresenta la più iconica forza, interprete del cambiamento che quel territorio aspetta da anni.